VALENTINA ACCIARDI |
Dal monologo della Littizzetto a Sanremo in prima serata alla prima serata del Grande Fratello il filo conduttore, per quel che mi riguarda, è il tema della disabilità. Lì la Luciana nazionale che abbraccia l’argomento nel suo insieme, qui Alessia Marcuzzi, e i due opinionisti che la affiancano, Manuela Arcuri e Cesare Cunaccia, alle prese con una concorrente disabile.
Le analogie stanno nella presenza di un grande pubblico, nella inattitudine dei protagonisti ad occuparsi dell’argomento, che non è il loro mestiere, e nell’affrontare il tema della disabilità in un ambito destinato all’intrattenimento. Le differenze stanno nel registro dell’intervento, da una parte l’ironia e dall’altra la retorica in senso ampio, e nella tipologia del medesimo, nella kermesse canora il contenuto era a tutto campo mentre in quella voyeuristica l’attenzione era su un personaggio.
Dico personaggio e non persona perché Valentina A
Per chi è abituato ad avere a che fare con la disabilità grave, con una cecità assoluta o con una vita senza poter muovere le gambe, la disabilità di Valentina è lieve, tuttavia non va persa l’obiettività del caso e bisogna considerare che una vita senza un braccio, il braccio destro, è una vita complicata.
La scelta del Grande Fratello, quindi, è stata una scelta prudente: dopo anni di sollecitazioni è entrata nella casa più guardata d’Italia una persona con disabilità. Non con una disabilità che avrebbe potuto disturbare il telespettatore, come quella di una persona in carrozzina che si sarebbe trovata a sbattere contro inevitabili ostacoli tecnici e mediatici (come la mostri mentre si accinge ad andare in bagno?), ma con una disabilità che comunque sollecita la riflessione dei telespettatori e dei coinquilini, che, immagino, non si troveranno facilmente a proprio agio con una persona che fa le cose diversamente da loro e con la quale il linguaggio giusto è importante. Penso, per esempio, a chi avrà il coraggio di dirle: mi dai una mano?
La stessa conduttrice nel presentarla è stata cauta e sulla sua stessa linea la Arcuri. Ambedue sottolineano la vitalità della ragazza tendendo a glissare sulla disabilità. Va oltre Cesare Cunaccia che parla direttamente di capacità di superare l’handicap. Nulla di nuovo, pur dietro ai migliori intenti restano le carenze di lessico. In effetti è molto curioso quello di Valentina che parla di invalidità. Il concetto d’invalidità è ormai relegato all’esclusivo antiquato burocratese, quindi perché restarne imbrigliati? Proprio lei, tanto brillante?
La disabilità al Grande Fratello assurge al titolo di elemento di curiosità popolare. Non è proprio un bene, ma almeno si guadagna la mostrina di argomento a latere non troppo tabù.
Come reagirà il pubblico? Potrà essere occasione d’inclusione? Intanto Cesare Cunaccia si chiede come reagiranno i coinquilini della casa. E fa benissimo.
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